81: Un po’ di me #6

3 giugno

Buenas,

il sabato è oramai alle porte. E quando andavo a scuola, proprio il sabato era il mio giorno preferito (penso che per tutti lo era!).😆😆😆
Andavo a scuola a Pescara (ho fatto il linguistico) e tutte le mattine mi alzavo alle sei meno dieci, perché avevo l’autobus alle sette meno dieci. Autobus che da Manoppello, il mio paese di origine, mi portava a Pescara. Non so come ho fatto a reggere quei ritmi, ma li ho retti. Per fortuna! 😇😇
Le mie materie preferite erano letteratura latina e francese. Odiavo l’inglese, nonostante era una delle materie principali. Lo odiavo (ora un po’ di meno, anche se non lo parlo bene) perché avevo una professoressa che non capiva il mio blocco mentale. E inisteva che io non mi impegnavo abbastanza (Una stronza!). 😈😈

Ma, in realtà erano veri e propri blocchi (ne avevo più di uno!).

Come quelli che ti capitano: alla prima prova dell’esame di stato (ho scritto il tema alle 14.30, con consegna alle 15.00); a due esami dalla laurea (anni persi per fare gli ultimi due esami); quando non riesci ad interagire con qualcuno e passi giorni, mesi e forse anni a capire come fare per attaccare bottone con una ragazza o un ragazzo (questo no!).

Come si risolvono questi cavolo di blocchi?

Io sono andato da uno psicologo (che chiamo Psyco) e ci vado tutt’ora (ora vado a fare salotto!😎). Non mi vergogno a dirlo. Ma, ritengo che in determinati casi un aiuto sia fondamentale. Un aiuto di una persona che non sa nulla di te. E con la quale, tu, puoi parlare liberamente senza il rischio di essere giudicato.

L’inizio è traumatico perché ti metti a nudo. Scopri parti di te mai prese in considerazione. Ti guardi dentro e tutte le tue certezze diventano incertezze, tutti i tuoi punti esclamativi diventano domande, a cui molte volte non vuoi rispondere. Perché la risposta, che tu fondamentalmente sai, ti fa vedere la verità. Te la spiattella davanti.
E tu, per anni chiuso in un guscio esteticamente bello, ti ritrovi senza guscio. Te ne devi costruire un altro con quello che hai. Te ne devi costruire un altro. Incastrando i tuoi tasselli di puzzle, in maniera diversa, rispetto a quelli del guscio senza graffi ed esteticamente perfetto, che avevi un tempo.

Tornando alla realidad. Grazie al consiglio di un blogger lungimirante (grazie ekpiresi 🙋🙋), Pedro, oggi ha risposto al mio comando e si è seduto parecchie volte. Ci stava quasi prendendo l’abitudine e gusto. Perché riceveva come premio dei wurstel estremamente buoni, che il sottoscritto non digerisce mai.

Vi lascio con la parola del giorno che è: cambiamento.

Il cambiamento non è altro che la consapevolezza di ciò che siamo.

Buona notte!
Em@