89: Tormento

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Bianco e Nero, Trinità - Chieti, l'altro ieri

Questo racconto lo dedico a una persona che conosco. Che ieri ha perso suo marito. Torno domani con il diario!

Katiuscia ora è in tormento. Suo marito le è morto tra le braccia. Braccia ora deboli a causa di una perdita che non si aspettava. Fino a ieri, Giuseppe giocava con i tre figli. Fino a ieri, sorrisi complici si mescolavano a frasi pronunciate con estrema severità.

Katiuscia ora è seduta. La bara è al centro della sala. Parenti le danno baci, abbracci. A volte, sentiti. A, volte no. Parenti si guardano da lontano con occhi lucidi. Anche se molti di loro non si sopportono, oggi fanno finta di condividere questo dolore. Dolore misto a pianto. Pianto che copre il viso di Katiuscia.

Katiuscia non ha un lavoro e ha tre figli. Sì, ha una casa di proprietà, ma come farà a pagare le bollette? Come farà?
Sicuramente le cose cambieranno. E lei, forse, sarà di nuovo quella di ieri. Ma, ora ha un tormento.

Tormento che racchiude rabbia, tristezza, ricordo. Ricordo di un marito dolce, che le dava baci tra coperte sempre pulite. Marito che ha fatto tanti sacrifici per comprare una casa. Una casa di proprietà, tenuta alla perfezione da Katiuscia casalinga. I bimbi sempre in ordine e pettinati. La colazione sempre in orario, alle 7.30, con dolci fatti con estrema cura e impegno. Perché Katiuscia prima di sposarsi non sapeva nemmeno fare il sugo.

Katiuscia, seduta su una sedia, piange. Anche se ci sono persone intorno, Lei, ottimista per natura, ora, ha un tormento. Che non la fa pensare, riflettere, agire. Un tormento che la isola nel suo dolore. Un dolore senza definizione, non circoscritto, immenso. Un dolore che offusca il suo sguardo sempre sorridente. Sempre dolce.

Katiuscia, sola nella sua disperazione, vorrebbe tornare a ieri. A quando suo marito le diceva: “Vai a dormire! Ci pensiamo domani”. Purtroppo, “domani” non c’è stato. E non ci sarà più.

Katiuscia, seduta su una sedia, piange. Piange perché ha un tormento. Che non passerà mai. Sì, diminuirà d’intensità. Ma, non passerà. Mai.

Buona serata,
Em@

24 pensieri su “89: Tormento

      1. scrivere di lei, è un bel modo per esserle vicino in questo momento. ^_^
        Sei un uomo molto sensibile, Em@, lo si legge tra le tue parole

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  1. A volte la vita sembra accanirsi proprio contro chi ha già il suo bel carico di tormenti sulle spalle. Sono questi i drammi della vita, quelli che ti ricordano la labilità, la caducità dei nostri giorni su questa terra.

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      1. …e quanti giorni sprechiamo a rincorrere utopie, a tenerci il broncio, a costruire muri e barriere. Chissà cosa faremmo se, invece, avessimo la consapevolezza esatta di cosa sia davvero la vita e di quanto fugace essa sia…

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  2. Ciao Em@ , la storia di Katiuscia é simile alla storia di mia mamma 😪 che aveva soli 27 anni quando morì mio padre , mia madre che era casalinga con due bambini piccoli, io avevo quattro anni e mio fratello quasi tre anni , dopo la morte di mio padre ha dovuto rimboccare le maniche per tirare su da sola i suoi due figli . É stata dura perché non ha più voluto rifarsi una vita con un altro uomo ed é rimasta fedele a mio padre anche dopo la morte . Le mie sentite condoglianze a tutta la famiglia . A presto 😞

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  3. Essere vicini ad una persona che è nel dolore significa possedere una sensibilità non comune.
    Raccontarne con semplicità come fai tu è commovente.
    A volte ci riesce così difficile amare; spesso facciamo esperienza di rapporti dettati solo dall’interesse.
    Amare comporta sacrifici; è importante essere anche solo di compagnia per chi ha conosciuto lutto o dolore.
    Non bisogna mai permettere alla brutalità del reale ( con le sue esche quali l’ indifferenza ect) di appiattire le emozioni .

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  4. è dura

    molto dura

    ora gli sono tutti vicini, ma poi esploderà la solitudine, quella vera, fatta di notti insonni annegate nelle lacrime

    e dura

    molto dura

    non dimenticate di appendere qualche stella sul loro futuro. non dimenticatelo MAI

    forza e coraggio 🍀

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