Caro Diario, da oggi ti chiamerò Lorenzo, come il protagonista del libro che sto leggendo.
E poi, Lorenzo è un nome così moderno. Non credi?
Oggi piove. E fa freschetto.
Ho voglia di stare sotto le coperte e dormire. Dormire e non pensare!
La mia vicina di banco, Valeria, è da un paio di giorni che non viene a scuola. L’ho chiamata a casa e la madre mi ha detto che l’hanno portata all’ospedale.
Mi ha detto, inoltre, di stare tranquillo che non è nulla di grave.
Domani andrò a trovarla, anche se gli ospedali mi mettono paura.
L’odore di pulito, il bianco delle coperte e il senso di precarietà, mi mettono tanta tristezza. Molta tristezza!
Mi devo far forza e non pensare.
Quando ho paura, cerco di respirare profondamente e farmi scivolare di dosso quei mostri che, molte volte, mi annebbiano la vista.
Mostri che costruiscono barriere, che quasi sempre impediscono il mio passaggio.
Caro Lorenzo, ti lascio.
A domani,
marco.