71: Nuda, ma ora cosciente

nuda
Nudo, ma cosciente, oggi, 2016

 

 

Nuda. Lo aspetto tra le coperte sgualcite.

Questa mattina non sono stata una brava donna di casa. Sono uscita e ho lasciato tutto in disordine. Disordine mentale, non solo reale.

Sono una donna che vive nella frenesia e che ha paura anche di rifare il letto. Ci vogliono solo cinque minuti. Lo so. Minuti che per me diventano ore, perché quando si è immersi nella vita si ha paura di cedere alla riflessione. La riflessione la allontano perennemente. La tolgo dalle mie cose intime, dalle palettes e trucchi che ho comprato con tanto sacrificio.

Sono una donna che non ama sedersi in un bar ed osservare la gente che passa. Perché la mia mente potrebbe essere corrotta da quella nemica, di cui vi parlavo prima. La riflessione è una stronza. Ecco l’ho detto. Soprattutto per me che ho avuto una vita difficile, una mamma che non mi ha amato. Un padre che faceva di tutto per noi, ma non ha mai avuto le palle di essere padre. Era un figlio tra i figli.

Sono una donna che ama la palestra perché scarica la mia aggressività. Ma, non mi guardo mai allo specchio. Potrei piangere per ore, senza lancette che scandiscono il tempo. Il tempo, il mio nemico più acerrimo, subito dopo la riflessione. Tempo e riflessione. Riflessione in uno spazio che non ha vita, che si nasconde dietro ad un armadio in disordine. Un armadio che nella vita reale non metterei mai in ordine per paura di inciampare.

Nuda. Vado a lavoro. Mi sento osservata da tutti. Sono bella, bionda, coperta da quintali di trucco, che metto in macchina, mentre gente passa e sorride. Mentre aspiranti direttori di banca corrono ansiosi verso l’appuntamento che potrebbe cambiare loro la vita.

Mi sento osservata mentre salgo le scale e raggiungo il mio ufficio. Faccio la ragioniera in un posto che puzza di fumo. Inserisco conti in documenti excel per ore. E questa è la mia fortuna. E’ un lavoro che mi fa schifo, ma mi fa allontanare da quella che sono io realmente e che ho paura di conoscere.

Anche quando mangio un panino, su scale sporche e appiccicose, mi allontano dalla solita Lei (Riflessione). Penso ai completini intimi da mettere la sera e alle posizioni da assumere per far godere quel porco di mio marito.

Nuda. Lo aspetto tra le coperte sgualcite che sanno di sesso.

Oggi ho un completino nero e un reggicalze di merletti. Sono allungata. Per un attimo, Lei è apparsa e ho visto tutto nero. Nero come un incidente stradale in una galleria.

Per fortuna, Lui ha aperto la porta della camera. Era già nudo. Si è messo vicino a me. E me lo ha messo subito in bocca. E’ venuto in un attimo. Sono andata in bagno. E per la prima volta mi sono vista allo specchio.

Ho pianto per ore.

La mattina dopo mi sono alzata. Ho preso appuntamento dal primo analista, che ho trovato sulle pagine gialle. Sono uscita di casa e già mi sentivo meglio.

Mi sentivo ancora nuda. Ma, cosciente.

Buona serata,

Em@

Per contatto epistolare:

Emanuele Potere

c/o Studio Di Iorio

Via Ravizza, 84

66100, Chieti (CH)

7 pensieri su “71: Nuda, ma ora cosciente

  1. Riflettere può essere “difficile” ma non è mai una buona idea allontanarsi da quello che ne deriva, poi. Ed essere coscienti, seppur disorientati e spaventati all’inizio, è sempre meglio che rimanere ovattati dal non voler riflettere.
    Ecco, non a caso il personaggio di questa donna mi ha fatto proprio riflettere.
    Buonanotte 🙂

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  2. Buongiorno! Hai perfettamente ragione! La consapevolezza di sé, anche se disorienta, deve esserci in ogni persona. Anche se per molti è difficile fare i conti con chi si è. L’importante è capire che qualcosa non va e fare un passo in avanti per cercare di cambiare. Anche se si fa fatica inizialmente. Buona giornata 😘😘😘😘😘😘😘

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