Buen@s,
mi sembra strano scrivere sul portatile, che avevo appositamente messo nella lista di oggetti da buttare. Mi ero stufato e avevo voglia di cambiare. Cambiare soprattutto perché non funzionava e si bloccava.
Oggi, accendendolo per caso, senza dare peso alla riuscita, ho scoperto che il mio caro computer aveva ripreso a camminare. Sempre in maniera limitata, questo sì. Ma, lasciandomi in pace, mentre scrivo queste parole.
Parole che escono, mentre fuori piove. E la giornata non è partita molto bene.
Ho litigato con Luca in macchina. Poi, come i film, sono sceso perché non volevo ascoltare sempre le solite frasi e i soliti pensieri ed ho preso l’autobus, immergendomi in una temperatura di 30 gradi, tra persone non molto pulite ed odori non piacevoli, che venivano offuscati dalla temperatura estiva.
In autobus, mi sono girato intorno ed ho visto i visi. Visi diversi, di cui non conosco la storia. Visi diversi che hanno sicuramente molto da raccontare. Dire.
Siamo passati anche per Ikea e macchine riempivano i parcheggi. Non è una cosa strana, ma oggi è un giorno lavorativo. E c’era comunque tanta gente.
Vi lascio con una recensione di un libro, che ho finito di leggere l’altro ieri. In questi mesi, vorrei leggere molto ed approfondire. Conoscere.
Ora, dopo qualche minuto dall’inizio del post, scrivo con il cellulare. Il portatile ha interrotto la sua corsa. Forse è ora che me ne compra uno nuovo. Economico. Tanto mi serve solo per scrivere.
Vi metto la recensione di seguito:
“La bambina e il sognatore” è un bel libro: una sorta di giallo, stile “Chi l’ha visto?”, dove il protagonista, Nani Sapienza, indaga sulla scomparsa di una bambina.
Nani Sapienza è un sognatore, un maestro che rompe le regole, che regala ai suoi alunni storie ed insegnamenti, che tutti dovremmo ascoltare. È una persona sola, che dopo la morte della figlia Martina e l’allontanamento della moglie Anita, si ritrova in una casa grande, tra libri e vuoti emozionali.
Nani è testardo. Vuole sapere a tutti i costi che fine ha fatto, Lucia Treggiani, figlia di un camionista e di una cucitrice di vestiti da sposa.
Nani è riflessivo. Porta il lettore a riflettere su esperienze di vita, che molto spesso non vediamo. O facciamo fatica a percepire.
Di questo libro ho amato: la scrittura semplice e profonda, la sensibilità femminile dell’autrice che viene fuori spesso, il mettersi in discussione del protagonista sempre. E comunque.
Della Maraini, amo la sua capacità di regalarci sempre qualcosa di nuovo.
Quel qualcosa di nuovo, che viene raccontato senza orpelli e giochi di parole. Quel qualcosa di nuovo, che nasce da una ricerca approfondita e studio costante.
Amo la Maraini perché i suoi libri non sono mai uguali. Non sono mai scontati, né banali.
Amo la Maraini perché in ogni cosa che racconta, la verità viene sempre fuori.
Grazie a tutti per l’attenzione.
Mil besos,
Em@💘